Edoardo Cappelletti, Consigliere comunale del Partito Comunista, interroga il Municipio sulle possibili ricadute a carico del Comune provocate dalla RI imprese III e sulle conseguenti misure che lo stesso intende adottare per farvi fronte.
Interrogazione
Riforma III dell’imposizione delle imprese, un’ulteriore mannaia sulle finanze comunali?
Nel settembre del 2014 il Consiglio Federale ha avviato la procedura di consultazione sulla Riforma III dell’imposizione delle imprese (RI imprese III), la quale, nell’ottica di conformarsi agli standard internazionali e rafforzare l’attrattiva della piazza fiscale svizzera, si prefigge su scala cantonale di abbandonare i regimi privilegiati per le imprese estere e di abbassare le aliquote delle imposte sugli utili a tutte le società. Senza voler entrare nel dettaglio della riforma, fra le principali misure prese figura l’introduzione dei cosiddetti ‘‘licence box’’, vale a dire modelli che impongono in maniera preferenziale i redditi derivanti da beni immateriali. In merito all’imposta sugli utili, l’amministrazione federale ha invece stimato un abbassamento del tasso medio dall’attuale 21,8% al 16%, che colpirebbe in modo pesante le finanze pubbliche ticinesi. Ora, scaduta agli inizi del 2015 la consultazione, il governo ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di elaborare entro giugno un messaggio da trasmettere alle Camere. Per la Confederazione sono previste perdite per oltre un miliardo di franchi all’anno, le quali, in ragione dell’attuazione perlopiù cantonale e comunale dei provvedimenti, andranno a ricadere massicciamente su quest’ultimi livelli istituzionali.
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